Cles, no al gioco d’azzardo
Dare un segnale, forte di vero allarme sociale, contro la “ludopatia”, la dipendenza dal gioco, una vera malattia che sta sempre più diffondendosi anche nella nostra valle coinvolgendo persone di tutte le età e fasce sociali. Questo obiettivo del regolamento approvato l’altra sera, all’umanità, dal consiglio comunale di Cles che vuole rendere più difficile (ed impossibile almeno nelle vicinanze di luoghi sensibili come scuole, l’oratorio, la casa di riposo, ecc.) la presenza di macchine “mangiasoldi.”
<Vogliamo intervenire ma i margini sono stretti. Quella del gioco facile è una linea politica che va avanti ormai da troppi anni a livello nazionale. Vietarla non si può ma facciamo almeno qualcosa per tutelare le fasce di persone più deboli ed esposte al rischio dipendenza>> ha detto il sindaco Maria Pia Flaim introducendo il punto in un consiglio comunale.
Drammatici, anche se in proiezione nazionale, i dati forniti dal consigliere Mario Meggio (medico di professione, gruppo Civico di centro) con un giro di affari di 70 miliardi di euro che attira il malaffare e con un rischio dipendenza a cui esponenzialmente esposti soprattutto i disoccupati, i precari, i cassaintegrati e anche, sempre di più, giovani e giovanissimi: <<Il gioco crea dipendenza e quello che si avverte che non va sottovalutato>> ha concluso Meggio.
Sull’argomento sono intervenuti i vari gruppi, ovviamente tutti favorevoli al nuovo regolamento, anche se poco convinti, alcuni, sull’efficacia di norme a livello di singolo comune: <<Inutile stringere a Cles quando si può giocare tranquillamente a Dermulo o a Tuenno, non sono certo pochi chilometri a scoraggiare i patiti delle macchinette>> ha sottolineato Giorgio Debiasi (Civitas Cles).
Favorevole alla stretta anti gioco ma solo nei limiti della normativa provinciale vigente (al fine anche di scongiurare probabili ricorsi) si è detto Vito Apuzzo (Pdl) e il vicesindaco Luciano Bresaola ha definito “doverosa” l’iniziativa del comune in questo settore anche se ha evidenziato l’ipocrisia di una nuova norma che impedisce nuove sale giochi ma non tocca quelle esistenti, anche se sono dentro le fasce di rispetto (300 metri) che si intendono attivare.
Il regolamento verrà ora trasmesso alla Comunità di valle ed ai Comuni del circondario, sperando in un’azione coordinata almeno di valle contro la dipendenza da gioco.
Fonte: Trentino.