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Doppio cognome per i nuovi nati

La nuova norma presentata al Consiglio dei ministri prevede e semplifica la possibilità di avere un doppio cognome, unpo’comeaccade in Spagna e nei paesi dell’America Latina.

MarioRossi diventa Mario Rossi Russo o, perché no, Mario Rossi Rossi. La nuova norma presentata al Consiglio dei ministri prevede e semplifica la possibilità di avere un doppio cognome, unpo’comeaccade in Spagnae nei paesi dell’America Latina. Il testo illustrato dal ministro della Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi (in questi mesi ha lavorato a diversi provvedimenti di semplificazione della burocrazia nella pubblica amministrazione) facilita la procedura demandando la decisione al prefetto anziché al Ministero, come finora. Si potrà chiedere di unire alcognomedel padre quello della madremaanche aggiungere il cognome del marito ai propri figli da parte della donna che, rimasta vedova o divorziata, si è risposata. Spariscono anche le norme che vietavano l’adozione di cognomicelebri, per cui da adesso in poi nessuno potrà vietare al nostro Mario Rossi l’accesso al tanto agognato “Bonaparte”. Gli stranieri diventati cittadini italiani potranno inoltre mantenere la pronuncia originaria del loro cognome. Se il testo del ministro Patroni Griffi diventerà legge sarà l’ennesima rivoluzione italiana in ambito onomastico. Contrariamente a quel che si crede comunemente l’uso del cognome nella Penisola non deriva dalla denominazione degli antichi romani, che si identificavano in base al “praenomen” (equivalente al nostro nome), al “nomen” (pari al nostro cognome) e al “cognomen” (una sorta di soprannome). Dopo la caduta dell’Impero, infatti, quest’intrico onomastico venne meno e per secoli le persone vennero identificate solo con il nome di battesimo. Fu il Concilio di Trento nel XVI secolo a sancire l’obbligo per le parrocchie di tenere un registro dei battesimi con nome e cognome, per evitare matrimoni di consanguinei. Se poi si va a curiosare in giro per il mondo, si scoprono le usanze più disparate. L’Islanda, a esempio, è l’unica nazione in Europa Occidentale a utilizzare il patronimico in luogo del cognome. Allontanandosi dal Vecchio continente si trovano molti posti in cui il cognome non esiste o se ne può tranquillamente fare a meno: è così in Tibet, in alcune zone del Sudest asiatico e dell’Africa. Nel mondo islamico (arabo e non) ilcognomeè stato adottato tardivamente a imitazione dei Paesi occidentali e in molti luoghi le persone vengono ancora identificate con soprannomi, patronimici o la provenienza geografica. Fa eccezione la Turchia, dove l’intransigenza modernizzatrice di Mustafa Kemal costrinse tutti gli abitanti della Repubblica a scegliersi un cognome nel 1934. In Russia prima del cognome si adotta un patronimico, mentre nei Paesi ispanici il neonato assume un doppio cognome formato dal primo cognome del padre e dal primo della madre. Fa eccezione l’Argentina dove, forse per influenza italica, i figli ereditano solo il cognome paterno. Comesempre le famiglie nobili costituiscono un caso a sé. Per esempio l’arciduca ereditario Otto d’Asburgo, scomparso l’anno scorso: si chiamava in realtà Franz Josef Otto RobertMaria Anton Karl MaxHeinrich Sixtus Xaver Felix Renatus Ludwig Gaetan Pius Ignatius. Forse un po’ prolisso ma di grande effetto.

Data di pubblicazione
27/02/2012
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Pubblicato il: Lunedì, 27 Febbraio 2012 - Ultima modifica: Giovedì, 08 Marzo 2018

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