

Mamma e papà devono pagare per i danni causati dai figli maleducati. Per liberarsi dal fardello della colpa e del conseguente pagamento, ai genitori - dice la Cassazione - non basterà dire di non aver potuto impedire il fatto, ma dovranno dimostrare «di aver impartito al figlio una buona educazione e di avere esercitato su di lui una vigilanza adeguata, il tutto in conformità alle condizioni sociali, familiari, all’età, al carattere e all’indole del minore». Per questa ragione, la Terza sezione civile ha ribaltato una decisione della Corte d’appello di Bologna che aveva sollevato da responsabilità i genitori di un minorenne, Giancarlo e Nilde, accusati di non avere educato a dovere il loro bambino che, nel corso di una partita di calcio, aveva dato una testata alla bocca ad un giocatore della squadra avversaria mentre il gioco era fermo.
I giudici di merito avevano ritenuto ingiusto condannare i genitori al pagamento dei danni, ritenendo che unico responsabile del fatto era il ragazzo che avrebbe dovuto conoscere le regole del gioco e che d’altra parte i genitori «non avrebbero potuto intervenire nel corso della competizione sportiva». Il ragionamento fatto dalla Corte d’appello di Bologna, nel settembre 2008, non è stato condiviso dalla Cassazione che ha accolto il ricorso di Pietro, padre del ragazzo infortunato, sostenendo che l’educazione deve essere impartita a monte.
Spiega la Cassazione - sentenza 26200 - che «i criteri in base ai quali va imputata ai genitori la responsabilità per gli atti illeciti compiuti dai figli minori consistono, sia nel potere dovere di esercitare la vigilanza sul comportamento dei figli stessi, sia, anche, e soprattutto, nell’obbligo di svolgere adeguata attività formativa, impartendo ai figli l’educazione al rispetto delle regole delle civile coesistenza, nei rapporti con il prossimo e nello svolgimento delle attività extrafamiliari.
Nel caso in questione, la Suprema Corte osserva che »non solo non è stata fornita una prova liberatoria, ma le modalità stesse del fatto illecito sono tali da apparire suscettibili di essere interpretate come indice di un deficit educativo«. La vicenda sarà ora riesaminata dalla Corte d’appello di Bologna che a questo punto dovrà sanzionare i genitori del ragazzo maleducato.