

La Provincia Autonoma di Trento e il Comune di Palermo hanno posto in essere negli ultimi anni iniziative e progetti di ampio respiro che partono dalla comune e condivisa considerazione del ruolo prioritario che oggi riveste la famiglia, sottolineando, con tali iniziative, il forte legame tra benessere della famiglia e sviluppo della società. Al riguardo, le due Amministrazioni intendono avviare un progetto di gemellaggio finalizzato a trasferire le esperienze maturate dall’Amministrazione offerente, che da sempre pone particolare attenzione alle tematiche illustrate. Tale consapevolezza si manifesta anche nella vita amministrativa e politica del governo provinciale trentino che infatti ha approvato in primis due “Piani di intervento in materia di politiche familiari”.
A questa iniziativa, ne sono seguite altre (si pensi a titolo esemplificativo all’Audit Famiglia & Lavoro, ai voucher di conciliazione, all’anticipazione dell’assegno di mantenimento, al Prestito sull’onore, al progetto denominato l’Estate Giovani e famiglia – cfr. più avanti), delle quali, l’Amministrazione beneficiaria intende acquisire modelli, modalità operative e metodologie di lavoro che riescano, grazie al diretto coinvolgimento delle associazioni familiari, a rispondere in modo sempre più mirato alle esigenze e alle aspettative delle famiglie. Si tratta in definitiva di individuare le più efficaci modalità per avviare un percorso nel quale particolare evidenza assumano la dimensione universalistica delle politiche familiari, la qualificazione delle politiche in chiave promozionale, e non già in forma assistenziale, ed il ruolo dell’associazionismo familiare.
La scelta di avviare tale progetto di gemellaggio è tanto più rafforzata in considerazione del buon esito di un analogo progetto di gemellaggio, conclusosi nel 2012 e realizzato con la Regione Puglia. La scelta del Comune di Palermo quale Amministrazione destinataria delle attività oggetto di trasferimento, trova fondamento nella natura delle politiche che si intende rafforzare ed attivare, in quanto trovano concreta e diretta attivazione a livello comunale che, per tipologia di territorio, dimensione geografica e caratteristiche demografiche è paragonabile alle valli trentine o alle associazioni di comuni che costituiscono, appunto, un Distretto famiglia.
Descrizione sintetica della pratica oggetto di trasferimento nell’ambito del gemellaggio.
L’oggetto che costituirà la pratica più rilevante oggetto del trasferimento nell’ambito del progetto di gemellaggio che si intende realizzare, sono i c.d. Distretti Famiglia creati ed in corso di creazione in Trentino che si qualificano come territori "Amici della famiglia", ovvero un territorio accogliente e attrattivo per le famiglie e i soggetti che interagiscono con essa. Un territorio in grado di offrire servizi all'avanguardia, incentivi e interventi qualitativamente e quantitativamente rispondenti alle esigenze e alle aspettative delle famiglie, siano esse residenti o ospiti, al fine di sostenerne i bisogni e le necessità economici, culturali e sociali. Il Distretto prevede il coinvolgimento di tutte le organizzazioni pubbliche e private, come ad esempio i comuni e gli operatori economici, che agiscono nei diversi settori per individuare comuni strategie per ampliare e migliorare i servizi offerti. L'intero territorio, che spesso corrisponde a una valle o a un'aggregazione di comuni, e prende il nome di Distretto Famiglia, pone quindi in essere tutte le misure necessarie per adeguarsi alle esigenze delle famiglie presenti sul proprio territorio.
L’esperienza dei “Distretti Famiglia" in Trentino Nel giugno 2009, la Provincia Autonoma di Trento ha approvato il Libro bianco sulle politiche familiari e per la natalità con cui delineava alcuni percorsi strategici di legislatura in materia di politiche di benessere familiare. Nel volume si precisa che l’ambito territoriale all’interno del quale ricadono gli effetti delle politiche locali, tra cui anche quelle riferite ai servizi per la persona, sta diventando sempre più importante per attrarre investimenti e creare un contesto favorevole alle attività economiche. La competizione oggigiorno non è riscontrabile solo a livello di imprese, bensì sempre più tra sistemi territoriali, nei quali la tempestività e l’efficienza della pubblica amministrazione nel creare il clima amministrativo favorevole e la presenza di infrastrutture, anche sociali, che consentano agli operatori territoriali di agire in modo efficiente diventano fattori competitivi strategici. La politica familiare può rappresentare un fattore decisivo per catalizzare risorse e avvalorare il proprio territorio rispetto ad altri contesti. Questa dimensione deve essere sostenuta investendo sugli ambiti più innovativi e strategici, con riferimento ai modelli organizzativi e a nuovi strumenti capaci di elevare l’attenzione dei vari operatori sui bisogni espressi dalle famiglie in termini di consumi.
Il Distretto per la Famiglia produce effetti positivi sulle famiglie, sulle organizzazioni pubbliche, sul territorio. Alle famiglie consente di esercitare con consapevolezza le proprie funzioni fondamentali e di creare benessere al proprio interno, coesione e capitale sociale. Alle organizzazioni pubbliche e private offre servizi, anche a carattere turistico, e interventi qualitativamente aderenti alle esigenze e alle aspettative delle famiglie, residenti e ospiti, e accresce l’attrattività territoriale, contribuendo allo sviluppo locale. Infine consente di qualificare il territorio come laboratorio strategico all’interno del quale si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative, si innovano i modelli organizzativi, in una dimensione di incontro e confronto nell’ambito del contesto nazionale ed europeo.
Nel dettaglio i Distretti Famiglia permettono di:
- implementare processi di responsabilità territoriale familiare;
- attivare sul territorio provinciale laboratori sulle politiche familiari per sperimentare e implementare modelli gestionali, modelli organizzativi e modelli di valutazione delle politiche, sistemi tariffari e politiche di prezzo per promuovere il benessere familiare, sostenendo il capitale sociale e relazionale del territorio;
- implementare sul territorio gli standard famiglia già adottati e sperimentare sul campo nuovi standard familiari con l’obiettivo di supportare concretamente il processo di definizione delle linee guida per la Certificazione territoriale familiare.
In questo contesto il distretto famiglia risulta strategico poiché catalizza, in forma assolutamente inedita, l’attenzione di tutti gli operatori sul territorio. Il distretto diventa dunque una dimensione che aggrega attori e risorse che condividono il fine comune di accrescere sul territorio il benessere familiare e che consente, tramite il rafforzamento delle relazioni, di generare altre risorse, sia economiche sia sociali: parliamo di risorse economiche, perché all’interno del distretto è possibile incrociare aspettative e attese dei soggetti che esprimono domanda economica (le famiglie) con i soggetti che erogano servizi (istituzioni, organizzazioni for profit e non profit). Ciò per consentire agli attori di operare più efficacemente nel perseguimento di obiettivi condivisi. Su questi assi la Provincia autonoma di Trento ha già implementato azioni di riorientamento di politiche e/o servizi per sostenere il benessere familiare territoriale. Le attività di ciascun ambito del Distretto Famiglia sono orientate verso il benessere familiare tramite specifici requisiti che possono essere obbligatori o facoltativi. Il distretto opera dunque sul territorio secondo la logica della “ragnatela”, stimolando attori diversi fra loro a orientare o riorientare i propri prodotti o servizi sul benessere delle famiglie residenti e ospiti. I singoli assi del modello a ragnatela rappresentano gli ambiti che possono orientare le proprie politiche e/o i propri servizi per promuovere sul territorio il benessere familiare.