

Tornando ai risultati ottenuti con la rilevazione locale si può affermare che, in linea generale, la povertà monetaria in Trentino appare piuttosto circoscritta e negli ultimi anni stabile. Tuttavia, limitarsi a una visione aggregata impedisce di capire realmente e in modo dettagliato chi siano i soggetti più esposti al rischio di sperimentare situazioni di difficoltà. Vi sono infatti differenti tipi di famiglia o singole categorie di individui che, da un punto di vista economico, appaiono più fragili rispetto ad altre e, perciò, maggiormente esposte al pericolo di cadere in uno stato di povertà.
L’incidenza percentuale di famiglie povere muta a seconda di alcune caratteristiche del nucleo stesso. Tale disaggregazione è giustificata dal fatto che il tenore di vita di una famiglia dipende non solo dall’ammontare delle risorse a disposizione, ma anche dalla composizione del nucleo famigliare e da quanti di questi componenti contribuiscono in termini economici al sostentamento della famiglia stessa. Dalla tabella in parola emergono alcuni elementi interessati.
Innanzitutto, si vede una netta prevalenza di famiglie povere là dove il capofamiglia è una donna, va precisato però che queste famiglie sono formate prevalentemente da anziane sole.
Una certa difficoltà in termini economici è presente poi nelle famiglie in cui vi è un unico percettore di reddito mentre, come naturale aspettarsi, si riduce notevolmente tra quelle con più percettori.
Infine, si riscontra un’incidenza significativa della povertà tra gli anziani che vivono soli (19,1%), tra le famiglie monogenitoriali con figli minori a carico (27,1%) e tra le famiglie più numerose, soprattutto se con almeno 3 figli minori (17,8%).
Il Reddito di Garanzia - la valutazione d'impatto della misura:
I principali risultati sono così riassumibili:
gli effetti sono più marcati tra gli immigrati che tra i nativi;
il Reddito di Garanzia produce una riduzione dei rischi di trovarsi in condizioni di severa deprivazione materiale;
aumenta significativamente le capacità di spesa mensile per alimentari degli immigrati, ma non per i nativi (per i quali rimane sostanzialmente invariata);
consente significativi incrementi della spesa mensile in beni durevoli, e lo consente più per i nativi che per gli immigrati;
le misure di attivazione previste dalla misura non producono effetti incisivi sull’occupazione (si noti che le variazioni nel tasso di partecipazione alla forza lavoro e nel tasso di disoccupazione sono dello stesso segno, peraltro negativo per i nativi e positivo per gli immigrati).
IN ALLEGATO IL RAPPORTO SULLA SITUAZIONE ECONOMICA E SOCIALE DEL TRENTINO EDIZIONE 2013