

Via libera dalla Giunta provinciale a un pacchetto di proposte varato dalla Commissione per l'impiego
NUOVI INTERVENTI PER FAVORIRE L'OCCUPAZIONE GIOVANILE
La disoccupazione giovanile, che in provincia di Trento è quasi la metà di quella nazionale e inferiore di cinque punti percentuali a quella europea, è comunque in crescita anche in Trentino. Per contrastare il fenomeno con ancora maggiore efficacia, la Giunta provinciale ha approvato un programma di interventi predisposto dalla Commissione per l'impiego, i cui contenuti si vanno ad aggiungere alle azioni, oltre una sessantina, già in atto, realizzate da una molteplicità di soggetti pubblici e privati. Fra le proposte per ridurre il divario fra domanda e offerta di lavoro e riorientare i giovani verso attività e professioni fortemente richieste dal mercato del lavoro, la creazione a Trento della Città dei mestieri, vero e proprio luogo fisico, oltre naturalmente che virtuale, per l'accesso ai servizi di formazione e lavoro e dove attivare la "borsa delle professioni", a supporto delle scelte di carriera e degli orientamenti lavorativi delle persone fino a 35 anni d'età. Al varo inoltre misure mirate per accrescere l'occupazione femminile e per valorizzare il lavoro autonomo, potenziare l'apprendistato e sostenere il passaggio dai contratti a tempo determinato a tempo indeterminato (o a contratti di durata comunque più lunga). Previste anche azioni per migliorare l’accesso alle informazioni di interesse per i giovani e ridurre quindi il divario fra domanda e offerta di lavoro (spesso dovuto a percorsi di formazione poco premianti ai fini occupazionali): fra le altre cose, si prevede la trasformazione del sito web “Per il mio futuro” in un portale dedicato alle politiche giovanili in provincia di Trento ed il potenziamento del Fondo giovani, che consentirà ad un numero ancora maggiore di giovani di realizzare stage e tirocini particolarmente qualificati in Italia e in altri paesi.
La Giunta provinciale ha approvato il “Programma di interventi per affrontare la crisi occupazionale dei giovani”, documento predisposto dalla Cabina di programmazione e di regia per il lavoro dei giovani costituita lo scorso febbraio in seno all’Agenzia del Lavoro.
La Cabina di regia, compartecipata dalle parti sociali, dalla cooperazione, dalla consigliera di parità e dalle istituzioni formative (Dipartimento istruzione e Università), ha quindi individuato una serie di nuovi strumenti agevolativi e azioni di coordinamento da attuare a livello delle istituzioni e organizzazioni locali, definiti sulla base della rilevazione e analisi degli interventi già esistenti in provincia e delle politiche per l’occupazione giovanile adottate a livello nazionale ed europeo.
In particolare, le attività rilevate evidenziano un Trentino ricco di iniziative rivolte ai giovani (circa una sessantina), realizzate da istituzioni pubbliche ma anche da organizzazioni private, finalizzate a dare informazione, sensibilizzare ed orientare al mondo del lavoro, ad offrire opportunità di formazione, di stage e tirocini, a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, a sostenere percorsi di apprendistato e, infine, ad incentivare assunzioni e lavoro autonomo.
La situazione attuale
Vediamo innanzitutto alcuni dati: la disoccupazione complessivamente intesa, in Trentino, è pari al 4,4%, più bassa della media italiana (8,4%), del resto del Nord est (5,5%) e dell'Unione europea (9,6%). La disoccupazione giovanile riguarda maggiormente i giovani tra i 15 e i 24 anni, si attesta attorno al 15% (contro il 27,8% dell'Italia e il 20,6% dell'Europa), mentre è decisamente inferiore nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni, che si attesta al 6,8%. Nel 2010, per dare un'altra cifra, la disoccupazione dei giovani nella fascia compresa fra i 15 e i 24 anni è passata da 2000 a 2500 persone e in quella fra 25 e 29 anni da 1400 a 1600.
La fascia d'età più problematica è quindi quella fra i 20 e i 24 anni. Ma a soffrire sono soprattutto le giovani donne: il tasso di disoccupazione delle giovani fra i 15 e i 24 anni è del 20,3% contro l'11,8% maschile, anche se va detto che fra le ragazze si registra un tasso più alto di proseguimento degli studi. Ciò in teoria dovrebbe portare le donne ad acquisire competenze di livello più elevato, ma non di rado questo effetto è vanificato dalla scelta di percorsi formativi poco spendibili sul mercato del lavoro. In quanto all'impatto della crisi sui giovani in cerca di impiego, esso è più pesante per coloro che hanno solamente la licenza media: i dati relativi ai giovani tra i 15 e i 29 anni evidenziano infatti come il tasso di disoccupazione dei giovani in possesso di licenza media sia il più elevato, il 11,5%, mentre per i giovani laureati si attesta all’8,1% e al 7,7% per i giovani diplomati.
Quali sono le cause principali della disoccupazione giovanile? Secondo la Commissione provinciale esiste innanzitutto un problema diffuso di "mismatch", ovvero di discrepanza fra domanda e offerta (per le donne anche di segregazione professionale) che ha cause culturali e non. C’è un rifiuto del lavoro manuale e la propensione verso quello intellettuale, che si traduce in scelte che penalizzano gli sbocchi tecnico-professionali; questo sia a livello universitario, sia a livello di scuola secondaria superiore.
Il problema può essere contrastato con politiche dell’offerta formativa, che hanno però bisogno di tempo. C’è una discrepanza legata ad asimmetrie informative e a deficit di orientamento che investe anche le opportunità di lavoro prossime, nonché le misure di sostegno all’occupazione generate dalle istituzioni. Esiste poi il problema di una transizione dalla scuola al lavoro troppo lunga e troppo distante dal lavoro stesso. Questo comporta costi, in termini di inefficienza del mercato del lavoro e ostacola l’ingresso nelle imprese che sono più interessate ad una formazione qualificata. L’ingresso nel mercato del lavoro risente dei dispositivi di regolazione che, se lo hanno reso più flessibile attraverso i contratti di lavoro atipici, hanno mantenuto una tradizionale rigidità in uscita. Parte della disoccupazione giovanile è legata proprio ai contratti atipici, che in tempi di difficoltà conducono verso la precarizzazione dei rapporti di lavoro piuttosto che creare condizioni più favorevoli al passaggio successivo alla stabilizzazione.
Le linee di intervento individuate con il documento approvato oggi sono sei; esse contengono misure e azioni che dovranno trovare collocazione in politiche di carattere strutturale facenti perno su istruzione e formazione, ricerca, investimenti in nuovi settori avanzati così come in nuovi bacini occupazionali legati alla cultura, all’ambiente, ai servizi sociali. Vediamole nel dettaglio:
1. L’INGRESSO NEL MERCATO DEL LAVORO
1.1 L’apprendistato
Lo strumento da privilegiare nel contesto normativo italiano è l’apprendistato, di cui sembra prossima una riforma sul piano nazionale, che è il contratto di inserimento occupazionale più collaudato e qualificato anche secondo l’esperienza dei paesi europei. L’apprendistato coinvolge circa 5.170 giovani e assicura oltre 5.500 assunzioni all’anno.
Esso va riproposto nelle tre diverse tipologie:
a. apprendistato in diritto-dovere, nella competenza istituzionale del Dipartimento Istruzione e in collaborazione con l’Agenzia del lavoro, al fine in particolare di contrastare la dispersione scolastica ed il fenomeno dei giovani né a scuola né al lavoro;
b. apprendistato professionalizzante, intervenendo attraverso:
- la semplificazione delle procedure di gestione, valorizzando il ruolo degli enti bilaterali e delle parti sociali;
- l’estensione dei piani formativi individuali a tutti i contratti collettivi mediante accordi con le parti sociali;
- il sostegno alla continuità contrattuale con incentivi alla riassunzione di apprendisti che hanno subito senza responsabilità propria l’interruzione di un precedente rapporto;
- il sostegno all’assunzione, erogato per un biennio, di un apprendista aggiuntivo in costanza dei rapporti di lavoro in essere;
c. apprendistato alto, prevedendo di incrementare l’inserimento in azienda di giovani, attraverso una pluralità di soluzioni, che consentano di conseguire un diploma professionale o di tecnico superiore (alta formazione), un diploma di scuola secondaria superiore o un diploma di laurea, un master o anche un dottorato di ricerca
2. STABILIZZAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO PRECARI
2.1. Incentivi alla trasformazione o all’assunzione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di lunga durata (24 mesi) di contratti atipici
L’obiettivo è quello di sostenere con incentivi la trasformazione o l’assunzione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata di almeno 24 mesi, di giovani fino a 35 anni che abbiano svolto attività lavorativa presso diversi datori di lavoro per almeno 15 mesi negli ultimi 3 anni, con le seguenti modalità contrattuali: lavoro a progetto, co.co.co., contratto di somministrazione, contratto di inserimento, contratto a chiamata, contratto a tempo determinato. In caso di assunzione a tempo determinato il contributo sarà ridotto rispetto ai contratti a tempo indeterminato; il contributo sarà comunque commisurato al genere del lavoratore assunto.
2.2 Incentivi alla trasformazione o all’assunzione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di lunga durata (24 mesi) di giovani genitori
I medesimi incentivi sono previsti per la trasformazione o l’assunzione in rapporti di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata di almeno 24 mesi, di giovani genitori fino a 35 anni.
3. TRANSIZIONE SCUOLA-LAVORO
3.1 Potenziamento del Fondo Giovani
Vanno sviluppati e sostenuti i tirocini nella prospettiva di una loro anticipazione nel corso degli studi o in prossimità della loro conclusione. Attraverso il Fondo Giovani vanno valorizzati i tirocini a carattere nazionale e sviluppati quelli a carattere internazionale mediante un aumento degli importi dei prestiti d’onore (intervento 4c “Percorsi di alta specializzazione professionale”).
Particolare attenzione deve essere riservata al sostegno di stage e tirocini, ed al finanziamento di borse di studio, a favore di giovani che intendono intraprendere professioni nell’ambito artistico-culturale, ma anche al sostegno di coloro che vogliono avviare una carriera agonistica, attraverso la definizione di convenzioni con il Comitato Olimpico Italiano.
Al fine di ottimizzare l’accesso alle informazioni di interesse per i giovani, si prevede la trasformazione del sito “Per il mio futuro” in un portale dedicato alle politiche giovanili in provincia di Trento.
3.2 Banca stage
La banca verrà creata sulla base di un censimento delle aziende disponibili ad ospitare giovani in tirocinio formativo e di transizione al lavoro.
3.3 Tirocini di qualità
I tirocini e gli stage post-diploma e post-laurea vanno qualificati con progetti formativi specifici, secondo linee guida condivise tra tutti gli operatori (istituzioni e parti sociali).
Dal punto di vista operativo, si propone di ricercare un accordo sulla qualità dei tirocini e degli stage, mediante la sottoscrizione di un’intesa tra parti sociali, Provincia ed Università, volto a definire le linee guida che dovrebbero contenere le caratteristiche di un progetto di tirocinio e di stage e l’eventuale valore dell’attestazione di competenze per il sistema educativo.
4. PIU’ COERENZA TRA I PERCORSI DI STUDIO E LE RICHIESTE DELLE IMPRESE
Nel tempo medio, le politiche formative da un lato (comprese quelle universitarie) e le analisi dei fabbisogni professionali dall’altro, potranno costituire due strumenti particolarmente idonei a perseguire questo obiettivo. In termini contingenti, è necessario sviluppare informazione e orientamento, che sono oggetto peraltro di una diffusa attività di enti e istituzioni, che è bene lasciare alla libertà di iniziativa dei soggetti attuatori se e per quanto assicurano capillarità sul territorio. Va semmai rafforzata la conoscenza di queste iniziative e potenziato l’orientamento a carattere istituzionale a partire dalla scuola e dalla formazione professionale.
Tra le misure previste una in particolare spicca per il suo carattere innovativo: la creazione della Città dei mestieri, a Trento, uno snodo prioritario per l'accesso ai servizi in materia di formazione e lavoro, e l'apertura di una vera e propria "borsa delle professioni".
5. OCCUPAZIONE DI GIOVANI DONNE
Gli interventi riguardano la possibilità di consentire esperienze di lavoro in grado di offrire una professionalizzazione spendibile. Queste esperienze vanno sostenute con interventi formativi o tirocini mirati, in particolare per donne in possesso di titoli di studio meno richiesti dal mercato del lavoro. Va inoltre incentivata la sostituzione di donne che usufruiscono di congedi o riduzioni di orari di lavoro per ragioni di cura, con altre giovani donne non occupate.
6. LAVORO AUTONOMO
Il lavoro autonomo, inteso peraltro in una prospettiva più vasta di avvio di attività imprenditoriali oltre che di self employment e attività professionali, è una strategia che oggi tende a coinvolgere più intensamente i giovani alla ricerca di soluzioni alternative ad una condizione di lavoro dipendente che si è fatta problematica.
Si pensa a potenziare l'erogazione di prestiti d'onore per coprire spese di investimento e di gestione, e ad erogare nuovi aiuti per l'imprenditorialità giovanile in termini di borse di studio a sostegno di nuove idee imprenditoriali e di contributi per investimenti e spese di costituzione per l’avvio di nuove imprese.