Vai menu di sezione

I papà si raccontano sul web

Dopo le mamme, in rete le confessioni e i confronti fra padri. Raccontano di le loro esperienze, fra dolcezza e impegno, imparando tutto su merendini e cartoni animati. Sono i nuovi daddy blogger.

SANNO tutto di cartoni animati e merendine. Cambiano pannolini, dicono la loro su carrozzine e ovetti. Si giostrano con maestria tra phon e ciabattine negli spogliatoi della piscina, gestiscono nanne e pappe. Sono presenti, nel weekend come nel quotidiano, e rivendicando il loro posto al sole. O meglio, in rete: ecco i papà blogger, sbarcati sul web con il loro carico di racconti tragicomici, riflessioni, frustrazioni e consigli.

Certo, sono ancora una nicchia rispetto alle mamme in rete, fenomeno ormai planetario, che dalla cameretta hanno lanciato via pc i loro sfoghi sulla maternità al tempo del 2.0 fino a diventare una potente e corteggiata lobby.

Da tempo negli Usa anche i daddy blogger hanno guadagnato stuoli di fedeli seguaci. Ora spuntano anche da noi. Qualche nome? Papà 2.0 1, Babbi Digitali 2, Babbo canguro 3, Daddy Supermaxieroe 4, Mo te lo spiego a papà, 5 per citarne alcuni.

Pionieri, che alla rete affidano pensieri ed opinioni su come si è genitori oggi, rivelando molto di sé. Tra aspirazioni, disavventure e momenti di tenerezza, con un punto di vista dichiaratamente da papà raccontano giornate che iniziano con risvegli convulsi, continuano con gimkane fra ufficio, scuola e supermercato, e si concludono con bimbi duracell che di andare a dormire proprio non ne vogliono sapere. Perché accanto alle mamme, ci sono anche loro, sempre più spesso.

"Ho deciso di aprire un blog perché mi andava di raccontarmi, perché mi piace scrivere e perché volevo fissare da qualche parte alcuni momenti vissuti con i miei figli": così si presenta Papà 2.0. Nella realtà si chiama Andrea, ha 35 anni, lavora nell'online advertising e sta da anni incollato a Mamma 2.0, con cui ha due figli. Adolescente negli anni '90, maturo (?) - il punto interrogativo è tutto suo - nel nuovo millennio.

E in questi post c'è un po' di tutto. Divagazioni da spunti di cronaca, informazioni pratiche - da come donare il cordone ombelicale ai consultori di zona - a riflessioni che ci si aspetterebbero più da una madre: la caterva di compiti di cui è investito un bambino di terza elementare, le ansie da broncospasmi e le fughe improvvise al pronto soccorso che, guarda un po', provano emotivamente anche i papà. E molta dolcezza, cifra comune a queste confessioni paterne online: come quel "sapore di famiglia" che rende felice l'autore di Pensieri di un papà 6quando i piccoli gli arrivano incontro la sera, al ritorno dal lavoro, o Daddysupermaxieroe - in omaggio a Ralph, supereroe molto umano della serie tv anni '80 - che si mette la tutina da daddy e cerca di "districarsi nei nodi della vita per sembrare agli occhi di mio figlio Scritch sempre un supermaxieroe".

Un tratto rivendicato con chiarezza: "Mentre le mamme hanno l'esigenza di farsi vedere nonsolomamme, i papà hanno quella di farsi vedere nonsololavoro", rivela Papà express 7. O Desian 8, che quando va a prendere l'aperitivo con il suo "uomo piccolo", se lo guarda, nota la zazzera che gli va da tutte le parti, che lo fa sembrare più grande della sua età, e pensa che è davvero simpatico.

Nuovi papà rivoluzionari? Negli Usa, in un recente articolo ripreso anche dall'Huffington Post 9 Nathan Hegedus, lui stesso autore di dispacci in rete da "daddyland", si dice convinto che i daddy blogger siano i più importanti femministi online, quelli che stanno creando un nuovo paradigma di paternità, che non rovesceranno mai sulle donne il carico di cura dei figli e della casa.

E da noi? "Si tratta ancora di un fenomeno che riguarda una fascia elitaria della popolazione, un'avanguardia illuminata", spiega Paolo Maria Ferri, esperto di cultura del web e autore di "Nativi Digitali", che all'università di Milano Bicocca insegna teoria e tecnica dei nuovi media. La mamma detta ancora legge, anche online, ma i papà stanno recuperando terreno.

"In giro, si trovano ovunque opinioni e punti di vista al femminile sull'essere genitori", sbotta Francesco Uccello, di Mo te lo spiego a papà. Campano, due figli di 4 anni e mezzo e 3, vive con Mps (non la banca, ma "mia principessa Stefania") e si occupa di comunicazione per ragazzi. E' in rete col suo blog perché "tra stereotipi di maschi tutto muscoli, veline e lavoro, è difficile trovare un canale adatto per ospitare il punto di vista di un papà", racconta.

I suoi post da una famiglia mammocentrica della periferia est di una grande città - dove "quando usciamo tutti vogliono tenere la mano alla mamma" e "l'essere un bravo papà è direttamente proporzionale a quante cose riesci a portare" - raccontano di fatiche quotidiane, intoppi continui e momenti indimenticabili con i figli.

Per lui tutto è nato un po' per gioco, dalla passione per la scrittura alle situazioni limite quotidiane, per riderci sopra. E per rispondere alle domande scomode che fanno i figli, da "cos'è il ciclo" a "come si fanno i bambini". "Certi modelli sono duri a morire, ammette, ma le cose stanno cambiando: si sta cominciando a credere che anche un papà sia capace di amore 'materno'", dice.
Di sicuro, il mezzo aiuta ad eliminare i filtri: "Internet è ormai vissuto come uno strumento strutturante della propria personalità. E' un modo sempre più normale di manifestare sé stessi, compresa la sfera intima dei sentimenti, specialmente per i più giovani".

Più si scende con l'età - e qualcuno si sente ancora bambino, Pater Puer 10 docet - "più Internet diventa una protesi usuale per raccontare anche aspetti molto personali", chiarisce il professor Ferri.

Attenzione, però, a parlare di rivoluzione: "Se si escludono i papà separati, la cura dei figli in Italia è ancora in carico alle madri per l'80 per cento", aggiunge il professore. Detto questo, è vero che una rivendicazione del ruolo svolto nei giovani padri è evidente, ed è una tendenza destinata a rafforzarsi: "l'Italia, come altri paesi latini, è ancora agli albori". Ma il tempo gioca a favore: "Quando diventeranno padri gli attuali venticinquenni, il cambiamento sarà ancora più evidente", conclude Ferri.

Fonte: Repubblica online

Data di pubblicazione
02/12/2011
torna all'inizio del contenuto
Pubblicato il: Venerdì, 02 Dicembre 2011 - Ultima modifica: Giovedì, 08 Marzo 2018

Valuta questo sito

torna all'inizio del contenuto