

Quale è la regione del Paese dove l’indice di natalità è il secondo più alto d’Italia? Dove negli ultimi anni l’indice di fertilità per donna è decisamente sopra la media (1,6 contro 1,3)? Dove l’occupazione femminile supera il 55%, rispetto al 40% nazionale? Qual è ancora la regione dove il Pil (Prodotto interno lordo) pro-capite è da sempre ai primi posti nel Paese? Dove le sue province si piazzano pressoché regolarmente tra il primo e il terzo posto per qualità della vita? E, soprattutto, quale è la regione dove i servizi alla famiglia sono ampi, strutturati, sussidiari, reticolari e arrivano dappertutto, fino ai più sperduti paesini, offrendo sostegno, elargizioni, abbattimenti tariffari e di ticket, contributi allo studio, voucher, oltre a un pulviscolo di servizi diretti all’infanzia e maternità da fare invidia ai più evoluti Stati del nord Europa? Ebbene, la risposta è presto detta: il Trentino Alto-Adige. I più smaliziati o prevenuti sbotteranno subito con la frase: “Per forza, è una Regione autonoma a statuto speciale, è piena di soldi, tutti sarebbero capaci…”. Ma non è così, o almeno il fatto che le due province autonome di Trento e Bolzano vantino da sempre questi primati nella qualità di vita e dei servizi, non dipende unicamente dal vantaggio di trattenere per sé oltre il 90% dei tributi versati dai cittadini, pur dovendo far fronte a competenze allargate. Qui c’è in gioco qualcos’altro, una concezione del vivere associato che il Sir ha voluto indagare, partendo da un dato emerso alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani di Torino nel settembre scorso: cioè che in particolare la provincia di Trento è all’avanguardia nella struttura dei servizi integrati di territorio per la famiglia, tramite i cosiddetti “Distretti famiglia”. Un forte senso cooperativo. L’antefatto culturale (e anche religioso) di questa inchiesta è che da sempre il Trentino, con le sue radici montanare e cattoliche, è “amico della famiglia”. Don Albino Dell’Eva, direttore della pastorale familiare della diocesi di Trento, parla di “un seme evangelico che fa parte del patrimonio storico e culturale dei trentini e che ha generato valori, stili di vita, passione sociale e anche impegno nella amministrazione pubblica”. Così, pur presenti in diversi schieramenti politici, i cattolici trentini concordano da sempre sul fatto che - diceLuciano Malfer, dirigente generale della Agenzia Provinciale per la Famiglia, la Natalità e le Politiche Giovanili, una vera e propria “authority” per il coordinamento di tutto il settore e a cui fanno riferimento i singoli assessorati - “da noi è comune pensare che la famiglia non è qualcosa che ha dimensione privata, ma è una presenza e una ‘risorsa’ pubblica, e soprattutto la famiglia non è un ‘problema’, ma rappresenta la vera architrave sociale sulla quale si costruisce tutto il resto”. Questa la filosofia di fondo che si respira in Trentino. Se qualcuno fosse scettico su questa visione “sociale” della famiglia, della sua capacità di fare “sistema”, sul suo ruolo trainante nelle dinamiche pubbliche, basterebbe fare un giro per la città di Trento e poi in qualcuno delle centinaia di piccoli comuni del territorio montano. Dovunque si trovano casse rurali, “Famiglie cooperative” alimentari, coop agricole e dei prodotti tipici. E ora - con una estensione culturale molto “moderna”, sono nate le nuove super-cooperative di territorio, trasversali, si potrebbe dire “interclassiste”: parliamo dei “Distretti famiglia”. Sta qui il segreto del Trentino “amico della famiglia”: “seguirne l’evoluzione, cogliere i bisogni emergenti, delineare nuove opportunità e mobilitare le risorse di tutto il territorio”, spiega Malfer. La “ragnatela” del distretto. Per spiegare cosa sia il “distretto” occorre, di nuovo, fare un passo indietro. Dopo diversi anni di fecondo e anche “vivace” dibattito e confronto politico nell’organo legislativo più alto, il Consiglio provinciale (che a Trento svolge i compiti della Regione) è stata varata il 2 marzo 2011 la legge provinciale sul benessere familiare. Si tratta di un “sistema integrato di politiche strutturali per la promozione del benessere della famiglia e della natalità”. Il sostegno è stato molto ampio, trasversale, e gli obiettivi sono ambiziosi: dal “diritto alla vita in tutte le sue fasi” al “sostegno economico” perché i genitori non debbano “ridimensionare il proprio progetto di vita familiare” (traduzione: possano avere i figli che desiderano, senza sentirsi limitati economicamente). Ci si meraviglia forse che tra le provvidenze in Trentino ci siano i libri gratuiti per le scuole? Che con l’arrivo del terzo figlio (già in gravidanza) scattino abbattimenti pressoché totali nei ticket e costi vari? Che per le rette alle scuole pubbliche e paritarie ci siano assegni per figlio fino a 6mila euro l’anno? Che il nucleo familiare goda di un trattamento economico di sostegno, “indipendentemente dal reddito” con un Isee tutto speciale che si chiama Icef, “pesato” da algoritmi inflessibili che computano più di quanto computi l’Isee nazionale, ma offrendo alle famiglie, pressoché a tutte, integrazioni anche considerevoli? Questo è il Trentino, che non tollera evasione e elusione fiscale, ma che è generoso al punto da offrire gratis le tessere degli impianti sciistici ai figli, facendole pagare solo ai due genitori. Dentro questa realtà così diversa e promozionale per le famiglie, la logica dei “distretti” è basata su un fatto molto semplice: ogni territorio (le valli montane) crea una ragnatela di soggetti, pubblici e privati, e tutti insieme pensano a come favorire la famiglia. Così nei nove distretti finora avviati troviamo a collaborare, paritariamente, comuni e musei, provincia e pubblici esercizi, impianti di risalita e trasporti, associazioni familiari (il “Forum” di quelle cattoliche, ad esempio) con il “Family Audit” (certificazione di qualità familiare), le nuove tecnologie e gli specialisti di time-saving. “È una ragnatela che non cattura - sottolinea Malfer - ma che, al contrario, genera opportunità nuove e impensate e moltiplica il capitale relazionale. Unendo soggetti così diversi, aumentano i vantaggi per tutti”.
Servizi per la famiglia della provincia di Trento Sito internet www.trentinofamiglia.it: strumento di base per informazioni su leggi, norme e provvedimenti. Curato dalla “Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili”, contiene ad esempio lo “Sportello famiglia” con informazioni a 360 gradi, i “buoni servizio” (contributi per servizi educativi), borse di studio, prestiti d’onore, aiuti economici, perdita di lavoro, edilizia pubblica, agevolata e affitti, contributi prima casa, ticket sanitari gratuiti dal terzo figlio, Apapi (assistenza e previdenza integrativa), “Cinformi” (servizi per famiglie immigrate), “Estate giovani e famiglia”, servizi socio-assistenziali ecc. Sito internet www.familyaudit.org: servizio di audit aziendale, con analisi delle politiche famigliari nelle aziende, società, istituzioni pubbliche e private. Rilascia un certificato di azienda “family friendly”, che attua scelte che favoriscono la conciliazione famiglia-lavoro. Tra le aziende certificate, anche nazionali, Autostrada del Brennero, Caritas Italiana, Comune di Palermo, Atm (trasporti milanesi), provincia di Cagliari, Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, Ai.Bi. (Amici dei Bambini), e numerosi piccoli comuni, banche, società cooperative ecc. Marchio “Family in Trentino”: rilasciato a ristoranti, alberghi, musei, associazioni sportive, impianti di risalita, che rispondono a precisi requisiti di tutela della famiglia “Ski Family in Trentino”: pagano solo i genitori, gratis i figli. Nei rifugi alpini “Menù skifamily”. Anche alcuni bed&breakfast aderiscono con gratuità per i figli “Family bus”: forti sconti, slogan: “Con un biglietto viaggia tutta la famiglia” “Passeggiate family”: percorsi di montagna segnati con varianti da facilissimo a impegnativo (5 possibilità) per favorire le famiglie con bimbi piccoli Fondo di credito per i nuovi nati: tasso al 50% di quello effettivo medio globalehttp://www.agensir.it/sir/documenti/2013/10/00272186_il_distretto_famiglia_asso_nella_manica_d.html