

Lo studio sul welfare aziendale nell'ambito del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol è stato presentato lo scorso 26 giungo.
L'indagine evidenzia come sui temi del welfare e della flessibilità di orari di lavoro l'Italia sia tra gli ultimi in Europa. Il welfare aziendale accresce la motivazione e la produttività dei dipendenti perché ne migliora la qualità qualità della vita.
Le esperienze finora condotte in Italia e all'estero dimostrano che più welfare aziendale significa maggiore motivazione dei lavoratori, migliore qualità della vita, una più buona copertura sanitaria e previdenziale, in una prospettiva di modernizzazione dell'organizzazione del lavoro.
Alcuni strumenti di welfare aziendale utilizzati in Europa sono i "welfare benefits" per i dipendenti, come ad esempio i servizi di babysitting per i figli o gli asili nido aziendali, oppure ancora forme di sostegno per le lavoratrici in maternità o l'assicurazione medica integrativa finanziata dall'azienda.
L'Italia si dimostra in ritardo sulle politiche per il welfare aziendale:
Nonostante il ritardo in Italia non mancano, comunque, le best practice: a questo proposito Censis e Unipol hanno analizzato gli esempi di aziende come Tetra Pak, Unipol, Elica e diSas, oltre a strutture più piccole come Zeta Service. Dalla loro esperienza emerge che il welfare aziendale assume ormai molteplici forme e che migliori condizioni di lavoro fanno crescere la produttività aziendale.