I dati, comparati con altri Paesi dell'UE, di quanto emerge da un'analisi realizzata nell'ambito del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol Gruppo Finanziario presentata a Roma in un seminario.

Censis e Unipol mettono in evidenza che gli strumenti di welfare aziendale possono aiutare molte famiglie, migliorare la qualità della vita di lavoratori e lavoratrici, contribuire a maggiori livelli di occupazione.
Le esperienze finora condotte in Italia e all'estero dimostrano che più welfare aziendale significa maggiore motivazione dei lavoratori, migliore qualità della vita, una più buona copertura sanitaria e previdenziale, in una prospettiva di modernizzazione dell'organizzazione del lavoro.
Il welfare aziendale assume ormai molteplici forme: dagli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia alle forme di sostegno per le lavoratrici in maternità, dall'assicurazione medica integrativa finanziata dall'azienda ai molti servizi time-saving per una migliore qualità della vita dei lavoratori.
Il Censis stima in più di 5 milioni le famiglie in cui è presente un adulto o un bambino in età prescolare o scolare da accudire.
Per quasi 450.000 famiglie uno dei componenti, quasi sempre una donna, ha però dovuto ridurre il proprio orario di lavoro per prendersi cura dei figli e 350.000 persone hanno rinunciato, per lo stesso motivo, a cercare lavoro.
La sfida oggi è quella di potenziare gli incentivi pubblici che spingano le aziende ad adottare pratiche innovative nel campo del welfare dei lavoratori, allargando i confini del welfare aziendale dall'attuale numero limitato di imprese di medio-grandi dimensioni al vasto tessuto della piccola impresa.