

Nella "giunta" della Comunità della Valle di Non c'è un assessore, Carmen Noldin, alla quale è stata affidata una specifica delega "al Distretto Famiglia". Una delega strategica, perchè è proprio sulle politiche a favore della famiglia che la Comunità ed i Comuni, ad iniziare da Cles, intendono tra l'altro qualificare la propria azione amministrativa. Lo stesso Comune di Cles, ad esempio, che ha dato il via al percorso di costruzione del Distretto Famiglia, sta ora lavorando alla certificazione Audit famiglia e lavoro ed ha già programmato per la prossima estate una nutrita serie di iniziative per la conciliazione. Ha dunque trovato terreno fertile, ieri sera a Cles, l'assessore alle politiche sociali Ugo Rossi, intervenuto all'incontro per illustrare i contenuti della nuova legge provinciale sul benessere familiare e lo sviluppo della natalità.
Incontrandosi, presso la sede della Comunità, con molti amministratori, Rossi - che in queste settimane sta girando il Trentino per una serie di incontri e confronti sulla nuova legge - ha ricordato come, in controtendenza con quello che avviene per altri settori della pubblica amministrazione, quelle delle politiche sanitarie, sociali e familiari siano voci per le quali la legge finanziaria 2011 ha aumentato le risorse, invece che contrarle. "Segno che in Trentino - ha affermato - non si sta disinvestendo sul welfare ma che, anzi, si vuole approfittare soprattutto della nuova legge sulla famiglia per far compiere un effettivo salto di qualità ai servizi e al sostegno delle fasce deboli della società".
All'incontro, che è stato aperto da un breve indirizzo di saluto di Sergio Menapace, presidente della Comunita della Valle di Non, sono intervenuti Luciano Malfer, dirigente del progetto speciale Coordinamento politiche familiari e natalità della Provincia autonoma di Trento e Paolo Rebecchi, direttore del Forum delle associazioni familiari del Trentino.
Rossi ha ricordato i "pilastri" del welfare trentino - le politiche sanitarie con la riforma socio-sanitaria, le politiche del lavoro con la delega sugli ammortizzatori sociali e le politiche di welfare a partire dal reddito di garanzia - nel cui contesto si inseriscono le specifiche politiche per la famiglia e la promozione del benessere: "Siamo convinti che i servizi alla persona sono un motivo di successo per lo sviluppo omogeneo e qualificante di un territorio. A servizi migliori corrispondono comunità più coinvolte, maggiormente coese e profondamente impegnate, appunto, nel sociale, perché del sociale sono direttamente responsabili".
Una scommessa fatta propria anche dalle Comunità di Valle, anche di quella nonesa, per quel che riguarda l'assistenza sociale, lo sviluppo della famiglia, l'aumento della qualità dei servizi: "Essere protagonisti delle scelte che riguardano la propria comunità è dimostrazione di maturità, di coscienza, di responsabilità, i tre cardini su cui si poggia in definitiva il benessere della persona e della famiglia", ha concluso l'assessore Rossi. Una scommessa nella quale un ruolo da protagonisti è assegnato proprio ai cittadini, meglio se organizzati in associazioni e che si cercano e si mettono in rete, "anche in reti inedite – come ha sottolineato Paolo Rebecchi, direttore del Forum delle Associazioni familiari del Trentino, – che vedranno dialogare assieme, ad esempio, famiglie residenti in Val di Non e famiglie che, tramite il Forum, possono essere raggiunte in tutte le Comunità del Trentino".
Luciano Malfer, dirigente del progetto speciale Coordinamento politiche familiari e natalità della Provincia autonoma di Trento, ha poi illustrato l'architettura complessiva delle politiche familiari così come sono promosse in Trentino: "Sono azioni concrete, produttive, sono investimenti che vengono fatti sui territori, per i territori e con i territori, perché sostenere la famiglia attraverso ad esempio gli strumenti della conciliazione famiglia-lavoro e il Distretto famiglia vuol dire in definitiva sostenere in modo armonico lo sviluppo economico dell'intero territorio provinciale".