

C' è la scuola che fatica a ripartire, come ogni anno, con gli edifici ridotti come sono ridotti, i laboratori che mancano, i soldi che non bastano mai e vengono chiesti alle famiglie sotto forma di contributo volontario, per carità. Ma c' è anche la scuola che guarda al futuro e, pur fra mille problemi, usa le nuove tecnologie per cambiare la vita in classe. L' anno (scolastico) che sta arrivando è importante anche per questo. A partire dalla lavagna elettronica, il grande schermo appeso dietro la cattedra che prende il posto di gessetti e cancellino. Le Lim (lavagne multimediali interattive) sono 25.800, e vengono utilizzate da poco più di mezzo milione di studenti, il 7% del totale. Quest' anno se ne dovrebbero aggiungere altre 9 mila, arrivando a coprire uno studente su dieci. Per questo saranno investiti 20 milioni di euro, non briciole specie in epoca di tagli. Sono soldi ben spesi? La lavagna elettronica consente agli insegnanti di arricchire la spiegazione tradizionale con foto, filmati, musica. Ed è forse il modo migliore per capire come l' uso delle tecnologie fra i banchi non sia un capriccio. Ma un modo per riavvicinare quei due mondi che nella scuola vivono fianco a fianco e, purtroppo, stanno diventando sempre più lontani. Da una parte gli insegnanti che, per motivi anagrafici, sono spesso abituati ad una cultura trasmessa dai libri e a spiegare quello che a loro volta avevano imparato a scuola. Dall' altra parte ci sono i nativi digitali, cioè ragazzi abituati da sempre al computer. E che ormai usano internet al posto della memoria (basta cercare su Google) e imparano a fare le cose per tentativi piuttosto che applicando regole preconfezionate. Una rivoluzione che oggi porta i ragazzi a sviluppare l' 80% delle loro conoscenze fuori dalla scuola. Due mondi distanti, dunque, ma che possono essere riavvicinati se quello che succede in aula non è troppo diverso da quello che succede fuori dall' aula. Anche per questo diventa essenziale avere internet in classe. Il piano scuole WiFi - curato dai ministeri dell' Istruzione e della Pubblica amministrazione - porterà la connessione alla rete in 2.808 istituti, circa un quarto del totale. È vero che il problema è a valle, perché spesso nelle scuole a mancare sono i computer mentre cercando cercando alla fine una connessione non protetta si trova. Ma anche questo è uno strumento per riavvicinare quei due mondi lontani, operazione spesso lasciata alla buona volontà dei singoli insegnanti e alla pazienza dei singoli studenti. C' è poi una scadenza che farà sentire i suoi effetti fra dodici mesi. In primavera i collegi dei docenti dovranno adottare i libri di testo per l' anno scolastico 2012/2013. E per la prima volta non potranno più scegliere volumi con la sola edizione cartacea ma dovranno indicare obbligatoriamente quelli digitali o almeno misti (libro + cd). Dovevamo partire un anno fa ma alla fine il ministero ha deciso per il rinvio perché non tutti erano pronti: oltre agli aspetti didattici, si stima che le famiglie potrebbero risparmiare 100 euro l' anno. Infine una sperimentazione piccola ma significativa. L' anno scorso c' erano le classi 2.0, dove tutta la didattica veniva fatta con l' aiuto della tecnologia, dalla lavagna elettronica ai libri digitali. Erano 416 e coinvolgevano 8.900 studenti. In questi giorni partono le scuole 2.0: non singole classi ma interi istituti (13) che scelgono le nuove metodologie. Un' altra tappa lungo una strada ancora lunga ma da percorrere senza perdere tempo. Altrimenti allargheremo quella trincea che divide la cattedra dai banchi.
Fonte: Corriere della Sera