Mutue integrative, partono le coop
La mutua coop c’era già. Ora però si allarga, gestirà un fondo che consentirà prestazioni sanitarie integrative, dal dentista alla prevenzione a tutti i 18 mila lavoratori delle cooperative trentine. E punta ad estendersi agli amministratori e poi ai soci della coop è il primo fondo sanitario integrativo territoriale che nasce in Italia ed è anche la prima sperimentazione di quei fondi integrativi che la Provincia intende promuovere, anche con incentivi fiscali alle imprese aderenti, per tenere in Trentino quel 30% della spesa sanitaria che oggi le famiglie destinano alla sanitaria privata.
L’iniziativa nasce all’interno del patto per le politiche del lavoro e welfare, firmata l’altra sera tra Federazione delle coop e sindacati Cisl, Cigl e Uil. L’accordo istituisce il tavolo permanente di consultazione, dal quale nasceranno il nuovo ente bilaterale della Cooperazione e, appunto, il fondo integrativo sanitario territoriale. Nel patto è compresa la sollecitazione alle coop perché sviluppi i servizi anche dal lato dell’offerta. Primo esempio: il progetto di una cooperazione di dentisti.
<<L’accordo – afferma il consigliere delegato della Federazione Michele Odorizzi – rimette al centro dell’azione politica della Cooperazione i temi del lavoro e del welfare e l’attenzione ai lavoratori>>. L’ente bilaterale nascerà entro l’anno. Il fondo sanitario, invece, può partire in tempi brevi perché si innesta sull’esperienza della mutua Cooperazione Salute, che ha coinvolto fino ad oggi 10 mila lavoratori della Cooperazione trentina, con una raccolta di contributi intorno ai 2,5 milioni di euro.
L’obiettivo è quello di estendere i benefici di questo istituto contrattuale a tutti i 18 mila lavoratori coop, costituendo un fondo intercategoriale e territoriale, che salirà ad almeno 3,5 milioni di raccolta. Il fondo sarà amministrato bilateralmente e sarà gestito dalla Cooperazione Salute, oggi guidata dallo stesso Odorizzi, dove entreranno anche rappresentanti dei sindacati.
<<Finora la contribuzione media degli associati è stata di 109 euro annui – spiega Odorizzi – ma il rimborso medio che abbiamo erogato è stato di 180 euro. I beneficiari si mostrano maturi, c’è un uso corretto delle risorse. E questo è più facile se il fondo è territoriale>>. La sanità integrativa copre spese come quelle odontoiatriche, <<ma anche quelle spese impreviste di 600-700 euro che oggi fanno precipitare le famiglie in povertà>>.
La Cooperazione però non si fermerà ai lavoratori. È già allo stesso studio dell’estensione del fondo agli amministratori coop, circa 5.000, dove la contribuzione può salire a 300 euro l’anno. <<Il nostro obiettivo è che sia per tutti i soci – sostiene il presidente della Federazione Diego Schelfi -. Allargando la platea, possiamo affrontare anche le prestazioni più costose, quelle per gli anziani non autosufficienti>>.
<<Nessuno si sostituirà alla sanità provinciale, ma è importante che questo accordo nasca dalle radice della mutualità che accumulano cooperazione e sindacati>> dice Franco Ianeselli della Cgil. Che sollecita le coop a prendere l’iniziativa sullo sviluppo dell’offerta: <<ad esempio tra i dentisti se l’offerta è rigida ci sono problemi sui prezzi>>. Da qui l’idea, in corso di lavorazione, di una cooperativa di dentisti che faccia anche dal calmiere dei prezzi.
Il patto, secondo Lorenzo Pomini della Cisl, <<apre scenari nuovi perché rende strutturali le relazioni tra cooperazione e sindacato, che prima non c’erano. Ci auguriamo che l’esempio venga seguito anche da altre categorie imprenditoriali>>. E Walter Largher della Uil: <<La vera sfida è che iniziativa parte da imprese e sindacati, senza l’intervento dell’ente pubblico>>.
Fonte: l'Adige