

La giunta provinciale di Trento ha approvato il documento di interventi di politica del lavoro per il triennio 2011-2013. Il piano, licenziato il 30 giugno dal consiglio di amministrazione dell'Agenzia del lavoro, chiamata ad attuarne i contenuti, è composto da 31 tipi di interventi. Tra essi, spiccano gli incentivi ai padri perché prendano il congedo per i figli piccoli e quelli alle aziende perché favoriscano la carriera delle donne.
Per ridurre «lo sbilanciamento del carico di cura che attualmente grava sulla componente femminile», si legge nel documento, ai padri che chiedono il congedo parentale in alternativa alla madre lavoratrice è riconosciuto un sostegno economico pari al 30% dello stipendio, che si va ad aggiungere al 30% pagato dall'Inps. Questo 60% della retribuzione, con un massimale di 900 euro mensili, scatta per quattro mesi. Il sostegno economico è aumentato al 40% se il congedo è richiesto dal settimo all'undicesimo mese, quando la quota dell'Inps non è più prevista. Possono chiedere il contributo padri lavoratori dipendenti presso il settore privato trentino con figli minori di 8 anni. La domanda va presentata all'Agenzia del lavoro. Mentre si incentivano i papà a prendersi cura dei figli piccoli, si cerca di favorire la carriera lavorativa delle mamme e delle donne, che spesso viene frenata proprio dalla maternità.
L'Agenzia del lavoro può concedere alle aziende un contributo di 2.600 euro annui per due anni per ogni assunsione di donne disoccupate in mansioni di elevato contenuto professionale. Il contributo sale a 4.000 euro annui per due anni se l'assunzione avviene a livelli di responsabilità in cui le donne sono stto rappresentate.
Per informazioni: trentinofamiglia@provincia.tn.it
Fonte: l'Adige.