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Quanto costerà alle famiglie la manovra finanziaria?

Mille euro di tasse in più in due anni. Tanto potrebbe costare a una famiglia media il taglio delle deduzioni, detrazioni e sconti fiscali. Ma in Trentino il governatore Dellai dice: “Pronti a compensare i tagli”, niente sacrifici per le famiglie. Ristrutturazioni, scende lo sconto. Ecco che cosa succederà con i nuovi provvedimenti.

Mille euro di tasse in più in due anni. Tanto potrebbe costare a una famiglia media il taglio delle deduzioni, detrazioni e sconti fiscali previsti nel 2013 e 2014 dalla manovra per la correzione dei conti pubblici. Gli sconti fiscali appena censiti dal governo sono la bellezza di 483 e valgono nel complesso 161,2 miliardi di euro: il taglio lineare del 5 per cento previsto nel 2010 farebbe risparmiare 8 miliardi, che l’anno successivo, quando è prevista un’altra sforbiciata del 15 per cento, salirebbero a 32. Sempreché non scatti prima la riforma dell’assistenza, che scongiurerebbe l’aumento delle imposte, ma finirebbe per scaricare i tagli sulle prestazioni sociali.
Ma in Trentino il governatore Dellai dice: “Pronti a compensare i tagli”, niente sacrifici per le famiglie. La Provincia compenserà la sforbiciata con propri strumenti e risorse. Dunque la manovra economica del governo non peserà sulle famiglie trentine, assicura Dellai. E non ci saranno ticket sulle ricette, ma solo al pronto soccorso e saranno di 50 euro per i codici bianchi e verdi, quelli meno urgenti.
Ristrutturazione, scende lo sconto.
Ecco gli effetti della manovra 2011 sull’abitazione. La misura interviene sulle rendite catastali, la detrazione degli interessi sul mutuo e le agevolazioni sulle ristrutturazioni. Se la deduzione della rendita catastale della prima casa oggi consente un beneficio in media di 126,8 euro, nel 2014 scenderebbe a poco più di 100. Stessa cosa succede per la detrazione degli interessi del mutuo: dagli attuali 328 euro annui a 264 euro. E per le ristrutturazioni edilizie, se oggi si può detrarre il 36 per cento della spesa (con un limite di 48 mila euro), nel 2013 scenderebbe al 34 per cento e nel 2014 a poco meno del 29 per cento.

Sui figli a carico detrazioni da 829 a 665 euro

Per un contribuente sposato, con figli e coniuge a carico e una casa di proprietà sulla quale pagare il mutuo, la batosta potrebbe arrivare a quasi mille euro nei due anni.
Di fatto, la detrazione del 19% delle spese mediche sostenute, diverrebbe nel 2013 una detrazione del 18% (-5%) e nel 2014 scenderebbe a poco più del 15%. Così le agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie: oggi sono pari al 36% della spesa (con un limite di 48 mila euro), nel 2013 la detrazione scenderebbe al 34% e nel 2014 a poco meno del 29%.

Dal Bollo al Forfettone del 5%. Chi vince e chi perde con il Fisco

Aumenta l'Irap
Salirà dal 3,9% al 4,2% l'aliquota Irap per le società concessionarie ad esclusione di quelle autostradali, già dall'anno di imposta 2011. Viene, inoltre, incrementata di 0,75 l'aliquota Irap applicata alle banche e alle società finanziarie, che sale così al 4,65%, e di due punti quella sulle assicurazioni, che diventa quindi del 5,9%. Anche qui a decorrere dal periodo d'imposta 2011. L'operazione frutterà allo Stato 889 milioni nel 2012 e 480 sia nel 2013 sia nel 2014. Viene infine consentito alle Regioni di variare le aliquote addizionali fino a un punto percentuale.

Più caro il deposito titoli
La manovra inasprisce l'imposta di bollo sul deposito titoli, sia pure in maniera più lieve di quanto inizialmente previsto. In particolare gli importi vengono modulati per fasce di valore complessivo dei titoli depositati presso l'intermediario finanziario. Il bollo è pari a 34,2 euro per un valore di titoli non superiore a 50 mila euro. Sale a 70 euro per depositi tra 50 mila e 150 mila euro, a 240 euro per quelli tra 150 mila e 500 mila euro e a 680 per i volumi superiori a 500 mila euro.

Fisco per i manager
L'articolo 23 del decreto legge modifica le norme del 2010 per il trattamento degli emolumenti variabili percepiti da dirigenti e collaboratori di imprese del settore finanziario. Quelle norme fissavano un'aliquota addizionale del 10% sui bonus e le stock option per la quota degli stessi superiore al triplo della parte fissa della retribuzione. Per effetto della manovra, sui compensi erogati a decorrere da oggi, l'addizionale del 10% si applica alla quota di bonus e stock option che eccede l'importo della retribuzione fissa. Saranno quindi molti di più i manager colpiti. Il maggior gettito previsto ammonta a 5,4 milioni nel 2011 e a 21,6 milioni nel 2012 e per gli anni successivi.

Salgono le accise
Diventa permanente l'aumento delle accise di 4 centesimi stabilito il 28 giugno per benzina e gasolio da autotrazione. Dalla norma deriveranno consistenti entrate, quantificate dalla relazione tecnica in circa 1,7 miliardi di euro.

Superbollo auto
Per i veicoli di potenza superiore a 225 chilowatt scatta un bollo aggiuntivo di 10 euro per ogni chilowatt oltre 225. Sono 418 le supercar colpite. In qualche caso per importi notevoli. Per esempio per le Ferrari 599 GTB e per le nuove FF si pagheranno rispettivamente altri 2.310 e 2.600 euro.

Agevolazioni per i giovani
Il nuovo regime prevede l'applicazione di un'imposta sostitutiva del 5%. Nel testo finale l'agevolazione è stata estesa oltre il quarto periodo di imposta successivo a quello di inizio dell'attività, ma non oltre il compimento del trentacinquesimo anno di età. Sono così incentivati ad aprire una azienda anche i giovani sotto i 30 anni. Ma la concessione del beneficio è condizionata al fatto che l'attività sia effettivamente nuova e non una prosecuzione di precedenti imprese.

Finanziamenti alle imprese
Per favorire l'accesso al capitale di rischio e la crescita di nuove imprese è prevista l'esenzione dai proventi derivanti dalla partecipazione ai fondi di venture capital per le società che abbiano determinati requisiti: 1) Investano almeno il 75% dei capitali raccolti in società non quotate nella fase di sperimentazione, di costituzione, di avvio dell'attività o di sviluppo del prodotto; 2) Non siano quotate; 3) Svolgano attività di impresa da non più di tre anni; 4) Abbiano un fatturato precedente all'investimento nel fondo di venture capital non superiore a 50 milioni di euro.

Proroga del bonus sul salario di produttività
Il governo, sentite le parti sociali, provvederà entro il 31 dicembre 2011 alla determinazione del sostegno fiscale e contributivo alle quote di salario legate alla produttività. Nel 2011 la detassazione al 10% è stata concessa per i redditi fino a 40 mila euro.

Mediazione fiscale
La manovra prevede anche una sanatoria sulle liti fiscali pendenti al primo maggio 2011 di valore non superiore a 20 mila euro, al netto di sanzioni e interessi, che costituiscono oltre la metà di quelle instaurate presso le commissioni tributarie. Il contribuente potrà presentare un reclamo per l'annullamento totale o parziale della lite (tranne che riguardi il recupero di aiuti di Stato). Se l'ufficio non ritiene di accogliere il reclamo, scatta la mediazione sulla base della proposta avanzata dallo stesso contribuente al quale l'Agenzia delle entrate può opporre una controproposta.
Se il valore della lite è di importo fino a 2.000 euro il contribuente potrà chiudere la vertenza pagando 150 euro. In caso di valore superiore a 2.000 euro, si aprono tre possibilità. Il contribuente dovrà pagare il 10% del valore della lite qualora a soccombere nell'ultima pronuncia sia stata l'amministrazione fiscale, il 50% qualora a perdere sia stato il contribuente, il 30% qualora la lite penda ancora nel primo grado di giudizio. Infine, la manovra estingue di diritto i processi in materia previdenziale che vedono coinvolto l'Inps, se sono pendenti nel primo grado di giudizio alla data del 31 dicembre 2010 e il cui valore non superi complessivamente i 500 euro. L'estinzione assicura la vittoria al ricorrente.

Pensioni, dal 2014 41 anni e tre mesi per lasciare il lavoro. La decurtazione del 5% oltre i 90 mila euro

Tutti lasceranno i lavoro più tardi; le pensioni, tranne quelle fino a tre volte il minimo, subiranno un taglio dell’adeguato al costo della vita; e sui trattamenti superiori a 90 mila euro l’anno scatterà un prelievo straordinario. Queste le novità sulla previdenza.
Età. Resteranno a lungo al lavoro anche coloro che, dal prossimo gennaio, raggiungeranno i 40 anni di contributi. Il tabù dell’intoccabilità di 40 anni di lavoro, per cui si andava in pensione immediatamente dopo il raggiungimento del requisito contributivo indipendentemente dall’età anagrafica, già era stato intaccato l’anno scorso con la legge 122 che aveva introdotto la <<finestra mobile>> per tutti i lavoratori:12 mesi di attesa tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza della pensione per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Nonostante le polemiche e le promosse fatte, la norma non esentò quelli con 40 anni di contributi, che quindi ora vanno in pensione a 41 o a 41 anni e mezzo, rimettendoci tra l’altro l’ultimo anno o anno e mezzo di contributi perché il massimo di anzianità utilizzabile per il calcolo della pensione con 40 anni di contributi dovrà aspettare un altro mese in più rispetto alla finestra mobile nel 2012, due mesi nel 2013 e tre mesi nel 2014. Questo significa che un lavoratore dipendente nel 2014 potrà lasciare il lavoro senza il requisito dell’età solo dopo 41 anni e 3 mesi. Vanno con la vecchia finestra mobile solo coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre di quest’anno e i primi 5 mila lavoratori in mobilità che li matureranno nel 2012.
Anche tutti gli altri lavoratori, quelli che hanno bisogno del requisito d’età, dovranno però aspettare di più. Il decreto emendato prevede infatti che l’aggancio triennale dell’età pensionabile alla speranza di vita scatti già nel 2013 anziché dal 2014 come prevedeva il testo iniziale del decreto. Di scatto triennale in scatto triennale (3-4 mesi in più ogni volta), nel 2050, per andare in pensione di vecchiaia ci vorranno 70 anni.
Importi. Sulle pensioni più ricche scatta, dal primo agosto 2011 fino al 31 dicembre 2014, un prelievo straordinario: del 5% sugli importi superiori a 90 mila euro lordi l’anno e fino a 150 mila euro, del 10% per la parte eventualmente eccedente. A formare l’importo concorrono anche i trattamenti di pensione integrativa.
Infine viene limitato per gli anni 2012 e 2013 l’adeguamento degli assegni al costo della vita, sia pure in maniera più lieve rispetto al testo iniziale. Si salvano solo le pensioni fino a tre volte il minimo, cioè non superiori a 1.402,49 euro al mese, per le quali resta l’indicizzazione al 100% che invece scende al 70% sulle pensioni fra tre e cinque volte il minimo (cioè non superiori a 2.337,15 euro). Nessun adeguamento invece per gli importi maggiori.

Fonti: Corriere della Sera, l'Adige

Data di pubblicazione
27/07/2011
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Pubblicato il: Mercoledì, 27 Luglio 2011 - Ultima modifica: Giovedì, 08 Marzo 2018

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