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Una famiglia su due vive con meno di 2000 euro al mese

La crisi accentua le diseguaglianze: il 50% della ricchezza è nelle mani del 10% I giovani sotto i 35 anni più in difficoltà, migliora la situazione per i pensionati. L'indagine sul bilancio familiare della Banca d'Italia.

Due anni difficilissimi per le famiglie, con la crisi che erode i redditi e ruba le certezze. Due anni terribili per i giovani, i più colpiti dalla crisi. 

Bankitalia fotografa i «Bilanci delle famiglie italiane» e dal supplemento al bollettino economico emerge che tra il 2010 e il 2012 il reddito familiare medio è calato in termini nominali del 7,3 per cento e quello equivalente del 6. La ricchezza media è diminuita del 6,9 per cento. L’interpretazione di queste variazioni, spiegano da Via Nazionale, richiede tuttavia una certa cautela: gli intervalli di confidenza delle stime sono relativamente ampi; la valutazione negativa dell’andamento di alcune componenti del reddito e della ricchezza è stata presumibilmente accentuata dal basso livello del clima di fiducia delle famiglie e dalle condizioni del mercato del lavoro nel momento in cui sono state condotte le interviste rispetto al periodo di riferimento dell’indagine.

La fotografia di Via Nazionale  

Italia, spiegano i dati di Bankitalia, metà delle famiglie vive con meno di 2.000 euro al mese. In particolare, solo la metà delle famiglie ha un reddito annuo superiore ai 24.590 euro (circa 2.000 euro al mese), mentre un 20% conta su un reddito addirittura inferiore ai 14.457 euro (1.200 euro al mese). Il 10% delle famiglie a più alto reddito, invece, percepisce più di 55.211 euro. Tra il 2010 e il 2012 il deterioramento delle condizioni economiche, in termini di reddito equivalente fatta cento la media generale, è stato più accentuato per i lavoratori indipendenti (il cui indice passa da 144 a 138 per cento della media) rispetto a quello dei dipendenti e delle persone in condizione non professionale (entrambi stabili intorno rispettivamente a circa 109 e 91). Solo l’indice relativo ai pensionati sale da circa 108 a 114. 

Crescono solo i pensionati  

La ricchezza familiare netta, data dalla somma delle attività reali (immobili, aziende e oggetti di valore) e delle attività finanziarie (depositi, titoli di Stato, azioni, ecc.) al netto delle passività finanziarie (mutui e altri debiti), presenta un valore mediano (cioè quello detenuto dalla famiglia che occupa la posizione centrale nella distribuzione della ricchezza) pari a 143.300 euro. Il 10 per cento delle famiglie più ricche possiede il 46,6 per cento della ricchezza netta familiare totale (45,7 per cento nel 2010). La quota di famiglie con ricchezza negativa è aumentata al 4,1 per cento, dal 2,8 del 2010. La concentrazione della ricchezza, misurata in base all’indice di Gini, è pari al 64 per cento, in aumento rispetto al passato (era il 62,3 per cento nel 2010 e il 60,7 nel 2008). 

L’indebitamento  

La quota di famiglie indebitate è di poco superiore a un quarto ed è lievemente diminuita rispetto alla precedente rilevazione. L’indebitamento, come in passato, è più diffuso tra le famiglie a reddito medio-alto, con capofamiglia di età inferiore ai 55 anni, lavoratore indipendente o con elevato titolo di studio. Le passività sono costituite in larga parte da mutui per l’acquisto e per la ristrutturazione di immobili. 

Le reazioni  

«La cosa più scandalosa non è che il 10% delle famiglie possieda il 46,6% della ricchezza, ma che in questi anni questa fascia della popolazione abbia pagato meno tasse. A fronte di un incremento generale della pressione fiscale che ha riguardato tutti, infatti, questi ricchi hanno avuto, in proporzione, un aumento inferiore rispetto ai poveri e al ceto medio» dichiara il Codacons. «Questo perché - continua la nota dell’associazione dei consumatori- in questi ultimi anni, ed in particolare dopo lo scoppio della crisi, si sono chiesti i maggiori sacrifici a chi già faceva fatica ad arrivare a fine mese invece che a chi poteva permetterselo, violando sempre più l’art. 53 della Costituzione sulla progressività del sistema tributario, decidendo di aumentare le tasse indipendentemente dal reddito».

Articolo tratto da La Stampa  

LEGGI l'INDAGINE "I BILANCI DELLE FAMIGLIE ITALIANE NEL 2012" pubblicato nel gennaio 2014.

Data di pubblicazione
28/01/2014
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Pubblicato il: Martedì, 28 Gennaio 2014 - Ultima modifica: Giovedì, 08 Marzo 2018

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